I ribelli islamisti hanno attaccato i peacekeepers Onu a Mogadiscio. Durante gli scontri sono stati uccisi 11 civili. Molte persone in queste ore stanno abbandonando la capitale della Somalia dove c’è stata negli ultimi tempi una escalation di violenza. "Non abbiamo più speranza. Credo sia la fine per Mogadiscio", dice Fatuma Kassim madre di sette figli in fuga dalla capitale con la sua famiglia. I ribelli nell’ultimo mese hanno aumentato gli attacchi contro i Caschi blu dell’Unione africana (Ua). Una tattica, secondo molti analisti, per scoraggiare un più massiccio intervento militare internazionale nel Corno d’Africa dove la guerra civile è in corso dal 1991. Il contingente dei caschi blu dell’Ua conta 2.200 militari provenienti da Uganda e Burundi. Non ci sono perdite o feriti tra i peacekeepers. La tensione è altissima "I ribelli hanno deciso di aumentare la pressione sui peacekeepers per intimidazione nei confronti dell’Unione africana per evitare che mandino rinforzi e per evitare che ci sia un intervento militare dell’Onu", spiega un diplomatico occidentale. La conta dei morti a Mogadiscio, da quando sono cominciati i combattimenti dei ribelli all’inizio del 2007, è arrivata a circa 10mila civili uccisi.
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