La crisi economica mondiale, che sta colpendo duramente l'Africa, rappresenta una "questione di vita o di morte" per il continente più povero del mondo. E' quanto ha dichiarato oggi a Dakar il Presidente della Commissione dell'Unione africana (Ua), Jean Ping, intervenendo all'apertura della 44esima assemblea annuale della Banca africana di sviluppo. "Se nei paesi sviluppati, la crisi si traduce nella perdita di posti di lavoro, nei nostri diventa una questione di vita o di morte, con il rischio di moltiplicare i conflitti e le crisi che minacciano la pace mondiale", ha detto Ping. Il responsabile dell'Ua ed ex ministro degli Esteri del Gabon non ha fornito cifre, ma secondo la Bad, che ha citato uno studio dell'Unesco, gli effetti della crisi causeranno "27 milioni di nuovi poveri nel 2009" nel continente africano.
"I rischi della crisi si risentono in maniera pesante anche sui passi avanti registrati di recente nello sviluppo democratico", ha aggiunto Ping. La crisi "minaccia lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo, minaccia i valori condivisi che proviamo a promuovere sul continente. Questo riguarda tutti", ha sottolineato.
Ping ha anche parlato del fenomeno della "pirateria marittima", in particolare quella di "un paese come la Somalia, che è stato dimenticato, trascurato, abbandonato da 18 anni". "La pirateria marittima minaccia l'economia mondiale", ha detto. Quindi ha spostato l'attenzione sul "fenomeno della droga che minaccia sempre più pericolosamente la pace, in particolare in questa zona dell'Africa", facendo riferimento al traffico della cocaina proveniente dall'America Latina, che transita nell'Africa occidentale prima di raggiungere i mercati europei.