Una indagine preliminare della
Corte penale internazionale (CPI) sostiene che sono stati commessi
«crimini contro l'umanità» in relazione alla strage del 28 settembre
del 2009 a Conakry, capitale della Guinea, dove decine di persone sono state uccise dai soldati. «Uomini in uniforme hanno attacco civili, uccidendoli e
ferendoli. Hanno brutalizzato, violentato e sottomesso le donne a delle
violenze inaudite», ha detto in una conferenza stampa il procuratore
aggiunto del CPI, Fatou Bensouda, al termine di una missione di tre
giorni a Conakry.
Nella strage del 28 settembre, una folla di
manifestanti che protestava contro il regime militare ha riempito lo
stadio per opporsi ad una eventuale candidatura alle presidenziali del
numero 1 del regime militare, il capitano golpista Moussa Dadis Camara.
commissione d'inchiesta nominata dall'Onu aveva già rivelato che «è
ragionevole concludere che i crimini perpetrati il 28 settembre e i
giorni successivi possano essere definiti crimini contro l'umanità».
La commissione aveva inoltre detto che la strage ha
provocato «156 morti o dispersi e che almeno 109 donne sono state
vittime di stupri o di altre violenze sessuali». Tuttavia, il giudice
Bensouda ha precisato che la Guinea potrebbe oggi diventare «un esempio» se arriverà a giudicare i principali responsabili della carneficina.