Due giorni dopo il colpo di stato che ha destituito il
presidente Mamadou Tandja e e i ministri del suo governo, almeno
diecimila persone hanno manifestato, in una manifestazione surreale, l'appoggio alla giunta
militare che ha preso il potere in Niger.
E in serata uno dei leader del golpe, il colonnello Djibrilla Hamidou
Hima, ha rassicurato i capi di stato dell'Africa occidentale riuniti a
Bamako (Mali), affermando che «intendiamo organizzare elezioni … ma
più avanti». E comunque, ha aggiunto, «tutti i membri del governo
deposto sono stati rilasciati».
del Parlamento a Niamey dal Coordinamento delle forze democratiche per
la repubblica (Cfdr). La coalizione rappresenta non solo i partiti
all'opposizione ma anche le Ong (Organizzazioni non governative) di
difesa dei diritti umani e i sindacati.
stato. Celebriamo il rovesciamento della dittatura di Tandja» ha detto
un ex deputato nigerino, Soumana Sanda. Il portavoce del Cfdr, Bozoum
Mohammed, parlando alla folla ha detto: «Ringraziamo la giunta per il
suo intervento. Noi siamo per il ristabilimento della democrazia e
siamo pronti ad unirci all'esercito in questa missione». I manifestanti
hanno gridato slogan contro la dittatura ed il Cfdr ha distribuito un
volantino in cui si chiede alla giunta militare di organizzare al più
presto elezioni «libere e trasparenti».
altri militari golpisti, ha risposto che la giunta aveva agito «in nome
del superiore interesse della nazione nigerina e non per se stessa».
il giacimento d'uranio più grande d'Africa, che entrerà in funzione tra
due anni e la cui concessione è stata conquistata dai francesi di Areva
grazie agli accordi fatti con Tandja.
vi deluderemo mai». La giunta intanto ha sospeso la Costituzione
adottata nell'agosto scorso e ha annunciato l'istituzione di un
«consiglio consultivo» per lavorare sul futuro del paese.
La crisi è scoppiata quando Tandja, che secondo la
giunta è «in ottime condizioni» ed è «regolarmente seguito dal suo
medico», ha deciso di modificare la costituzione per poter restare al
potere anche oltre la scadenza del suo mandato quinquennale, che si è
concluso nel dicembre scorso. Secondo fonti non ufficiali a Rabat il
presidente deposto sarebbe in viaggio verso il Marocco, dove dovrebbe
arrivare oggi.