Malgrado la crisi internazionale il budget dell'Unione africana per il
2010 è in forte crescita con una spesa prevista di 219 milioni di dollari
contro i 164 milioni di dollari del 2009. Una spesa quella per finanziare il
funzionamento dell'Ua che è pari allo 0,01% del Prodotto interno lordo dei 53
stati africani. Ogni africano, è stato calcolato, contribuisce indirettamente a
finanziare l'Ua con una quota di 0,2 dollari l'anno. Ecco come sono suddivisi questi fondi…
Difficile fare un paragone con l'Unione europea che ha dimensione e politiche ben più costose. In ogni caso l'Ue costa 141,5 miliardi di euro ai 27 stati membri. Una spesa che equivale all'1,2% del loro Pil e a una spesa pro capite di 400 dollari a testa.
Le spese previste dalla Commissione dell'Unione africana guidata da Jean Pind sono di 137,9 milioni di dollari l'anno. Di cui: 51,8 milioni per salari e pensioni, 4,9 milioni per le missioni e le spese di funzionamento, 4,1 milioni per le missioni di pace, doni e sovvenzioni 3,1 milioni; Trasporti: 2,6milioni: Attrezzature varie 1,7 milioni. Commissioni bancarie e cambi: 1,3 milioni. Poste e tlc: 1 milione di dollari,
Carta, stampa e giornali: 0,8 milioni, consulenze esterne: 0,6 milioni. Programmi
speciali: 62,7 milioni di dollari.
Spese previste per gli altri organi Ua: 26,3 milioni di dollari di cui:
Al Parlamento panafricano: 13,5 milioni di dollari,
alla Corte di giustizia: 7,6 milioni di dollari,
alla Commisione dei diritti degli uomini e dei popoli: 3,6 milioni
al Consiglio economico sociale eculturale: 1,6
milioni di dollari.
Gli investimenti futuri principali riguardano quelli per
costruire la nuova sede della Commissione e gli uffici delle varie direzioni
generali, cominciati nel gennaio 2009, su un terreno di 112mila metri quadrati
ad Addis-Abeba. La Cina è stata la prima a mettere la mano al
portafoglio e ha donato 150 milioni di dollari per la nuova sede. In cambio
l'architettura del complesso e la sua costruzione che sono state concesse ad
imprese cinesi (I soldi non transitano dall'Unione africana ma gli vengono
versati direttamente: forse i cinesi non si fidano). Il resto della spesa
dovrebbe essere coperto dalle ingenti riserve finanziarie dei paesi africani
grandi produttori di petrolio come Nigeria e Angola.