La campagna contro le mutilazioni dei genitali femminili ha registrato un primo ma significativo risultato nel Mali. Le donne che nel sud del Paese esercitavano il mestiere di «infibulatrice» hanno deciso di abbandonare l'attività. È la riposta a una campagna anti-infibulazione condotta da un organismo locale, il 'Coordinamento delle associazioni e organizzazioni femminilì. Le conseguenze negative della pratica dell'infibulazione sono state spiegate in una serie di incontri svoltasi a Nianaso. Sono stati proiettati filmati che illustravano le complicazioni e le conseguenze di questi interventi, dalle emorragie alle mestruazioni dolorose fino alle morti improvvise. Secondo una dirigente del Coordinamento, la situazione in Mali «è in via di miglioramento e la gente comincia a essere più consapevole».
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