Diplomazia del sorriso e contratti. Il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi ha compiuto un nuovo tour diplomatico in Africa. In questo giro, Jiechi ha visitato Gabon, Ciad, Zimbabwe, Guinea e Togo. Si tratta della seconda missione dei cinesi da inizio anno nel continente nero, dopo quella avvenuta a gennaio. L’Africa resta al centro degli appetiti della Cina. La seconda economia mondiale prevede investimenti in terra africana che superano i 50 miliardi di dollari l’anno. Al centro della espansione globale di Pechino, come è noto, c’è la necessità di rifornirsi di materie prime. Per produrre, produrre, produrre. E per sviluppare la stessa Cina. Lo sviluppo impetuoso delle infrastrutture nelle città cinesi continuerà anche nelle prossime decadi. Il tasso di urbanizzazione della Cina, confrontato con quello degli altri paesi nel momento del loro sviluppo è del 45%, contro il 73% degli Stati Uniti nel dopoguerra, l’88% del Regno Unito e il 74% del Giappone. C’è tanto da fare. Centrale nella missione di Yang Jiechi è stata la firma dell’accordo per le forniture di platino dallo Zimbabwe. Una fornitura comprata con pochi fagioli… Per le riserve di platino nelle concessioni di Selous e Northfields – che coprono un’area di 110 km2 e che valgono, secondo le stime riportate da un analista alla Bbc, 40 miliardi di dollari – i cinesi hanno offerto al presidente Robert Mugabe 3 miliardi di dollari. L’accordo è stato firmato nel 2006 e rivisto nel 2009, ma si è bloccato davanti allo scetticismo del governo guidato da Morgan Tvsangirai, già leader dell’opposizione e vincitore delle elezioni “truccate” da Mugabe, per le condizioni stringenti accordate agli “amici cinesi”. Il pacchetto finanziario prevede la concessione di prestiti in cambio delle riserve di platino e degli introiti derivanti dalle estrazioni di diamanti dalle miniere di Chiadzwa. Nei loro media, i cinesi insistono nel parlare di investimenti in Zimbabwe per rilanciare l’agricoltura e la produzione manifatturiera, di forniture di medicinali, di amicizia e di sorrisi. Ad Harare i bambini studiano il mandarino. Mugabe, negli ultimi anni, ha ottenuto miliardi di prestiti a lunga scadenza dai cinesi. Miliardi che resteranno come una pesante ipoteca sul futuro degli zimbabweani. (da Nigrizia – 7/3/2011)
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