I ribelli del gruppo Seleka hanno conquistato Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, dopo la fuga nella vicina Repubblica democratica del Congo del presidente Francois Bozizé e della sua famiglia. Si è così completato il colpo di Stato in quello
A meno di tre mesi dalla prima offensiva e dopo gli accordi di pace siglati di gennaio che Bozizé avrebbe disatteso, i ribelli della coalizione Seleka hanno invaso la capitale e hanno preso il controllo anche della radio di Stato.
Il colonnello Djouma Narkoyo, uno dei capi degli insorti, ha annunciato che «il presidente è fuggito».
Alcuni soldati sudafricani dispiegati nella Repubblica Centrafricana
sono stati uccisi negli scontri con i ribelli del gruppo Seleka hanno
conquistato la capitale Bangui. Lo ha riferito un portavoce
dell'esercito, spiegando che «si sono registrate perdite da ambo le
parti».
Secondo l'emittente radiofonica sudafricana Safm i militari di
Pretoria rimasti fino a nove soldati di Pretoria sono rimasti uccisi e
alcuni militari sono rimasti feriti nella battaglia avvenuta in un
sobborgo della capitale. Il Sudafrica ha inviato a gennaio 200 soldati
nella Repubblica Centraficana per sostenere il male addestrato esercito
locale.
Michel Djotodia, capo dei ribeli della coalizione Seleka,
si è autoproclamato presidente della Repubblica Centrafricana, poche ore
dopo la conquista della capitale Bangui e la fuga all'estero del
presidente Francois Bozizé, che era a capo di una giunta militare. In
una conferenza stampa svoltasi in un hotel di lusso, Djotodia ha anche
annunciato l'imposizione del coprifuoco su tutto il territorio nazionale
e la conferma come primo ministro di Nicolas Tiangaye, insediato con
gli accordi di pace firmati il 17 gennaio scorso.
Djotodia, un oscuro ex funzionario del ministero degli Esteri, è molto
apprezzato dai ribelli ma è praticamente uno sconosciuto per la
popolazione.
Curiosa la posizione dell'Unione africana che sembra sostenere la giunta militare e il dittatore Bozizé cacciati dai ribelli. Il presidente dell'Unione africana (Ua), Nkosazana Dlamini-Zuma, ha condannato senza mezzi termini il colpo di mano dei ribelli del Seleka nella Repubblica Centrafricana e ha chiesto agli Stati membri di prendere una posizione unanime e decisiva. "Nell'eventualità di un cambio di potere anti costituzionale, l'Unione africana prevede la sospensione delle attività dell'Ua nel Paese, il completo isolamento dei responsabili e l'adozione di sanzioni contro di loro", recita una nota della presidenza Ua.